Itinerario Storico Artistico
Carmignano di Brenta fa parte dell'estremo lembo della Pianura Padana; a sud si possono vedere i colli Euganei, ad ovest i colli Berici e il Pasubio, a Nord il Grappa e a nord-est, in lontananza, si possono scorgere anche le Dolomiti. Carmignano rappresenta un laboratorio a cielo aperto di come la geografia s'intrecci con la storia. Amministrativamente in provincia di Padova e religiosamente nella diocesi di Vicenza, questo centro unisce ed intreccia caratteri dell'una e dell'altra realta'.
La testimonianza piu' probante la offre ancora una volta la storia, che da queste parti ha registrato, nei secoli, scontri ripetuti e sanguinosi tra vicentini e padovani. E' una tribolazione che risale praticamente alle origini:
di Carmignano si ha traccia la prima volta in un documento datato 1186 e che e' legato all'esistenza di un castello. Nel giro di appena vent'anni il maniero venne preso, perso e ripreso tre volte, ogni volta subendo danni massicci se non la quasi distruzione.
Piu' avanti con gli anni, esattamente il 6 novembre 1796 si registra un'altra sanguinosa battaglia proprio da queste parti, quando le truppe austriache (che si stavano ritirando in direzione di Bassano) si scontrarono con quelle napoleoniche del generale Massena.
Ma se la storia ha scritto le sue pagine, Carmignano risulta legata anche e soprattutto alla geografia che ne ha segnato il territorio principalmente con i corsi d'acqua che l'attraversano a cominciare dal Brenta, anzi, dalla Brenta, come la chiamano quelli che se ne intendono. Tant'e' che un anno dopo l'unificazione del Veneto col resto d'Italia, nel 1867, si decise di aggiungere al toponimo di Carmignano, la specificazione "di Brenta".
E' stato il fiume a favorire nel tempo lo sviluppo di un'economia dapprima agricola, poi via via industriale: qui sul finire dell'Ottocento nacque una Cartiera, prototipo di uno sviluppo che oggi fa rientrare di diritto il paese nella fascia del produttivo nord-est.
Il nome Carmignano ha origini antiche. Una leggenda dice che Carmenta (una profetessa, Ninfa, madre di Evandro) sia venuta a stabilirsi sul fiume, dopo un lungo girovagare e abbia dato il suo nome al paese. Carmenta, infatti, e' un nome che si trova in diversi documenti antichi e, ai nostri tempi, e' stato scelto per denominare la locale squadra di calcio. Un'altra leggenda dice che, tanti secoli fa, qui vivevano diversi pastori che pettinavano la lana dei loro greggi per renderla commerciabile. La voce "pettinare", tradotta in latino, e' "carminare" e da qui il nome di Carmignano. Il fiume e' comunque al centro dell'attenzione. Altra leggenda: in questi posti si venerava il Dio Giano, dio della Pace e della guerra; la gente andando in processione, cantava: "Carmen Janii" cioe' "lodi a Giano", unendo le due parole potrebbe venirne fuori Carmignano.
Secondo A. Gloria a Carmignano fu trovata una lapide romana che venne subito persa, intestata a Sesto Rutilo e che arrecava anche i nomi dei genitori e della moglie. La famiglia apparteneva alla "gens carminia"; ad essa si potrebbe far risalire (attraverso il suffisso "anum") il toponimo del paese. Il professor A. Golin cita invece l'etimo altotedesco "Karmhinan", che significa "localita' vicina alla curva del fiume" o "Kar meini an", cioe' "localita' vicina alle attrezzature portuali".
" Conoscere meglio il proprio paese, conoscere la sua storia, la geografia, le curiosita', le attivita' produttive, per amarlo di piu' e per capire quanti lutti hanno dovuto subire i nostri antenati, la storia sia maestra di vita e ci insegni a vivere in pace "
Villa Facchetti - Corniani - Negri
La villa e' sede del Palazzo Municipale. Fu costruita nel 1745 dal parroco veneziano di Carmignano Don G.A. Facchetti. Egli la lascio' in eredita' ai Corniani: il salone d'entrata mostra ancora lo stemma dei Conti Corniani degli Algarotti. Dopo vari passaggi di proprieta', nel 1844 la villa fu acquistata dai conti Negri di Vicenza che nel 1925 la vendettero al Comune di Brenta. Alla fine del '700 G. Giacomo Corniani affiancò al palazzo due barchesse laterali.
La Chiesa Parrocchiale di Carmignano di Brenta
Secondo la descrizione che Andrea Gloria fece nel 1862 la Parrocchiale esisteva in un altro luogo e fu riedificata da Antonio Cristofori, suo arciprete nel XVIII secolo. Al suo interno si conserva una statuetta della Madonna della Salute, tenuta in gran venerazione. Macca' aggiunge che la chiesa fu nominata in un documento del 1288 con il titolo di San Nicolo', unito o disgiunto dal nome di Maria. L'odierna Parrocchiale e' dedicata all'Assunzione di Maria. La sua costruzione risale al 1939 ed e' avvenuta in seguito alla distruzione della Parrocchiale precedente, costruita nel 1759. L'inaugurazione della nuova e' avvenuta nel 1946.
La frazione di Camazzole
Il Vescovo di Vicenza nel 125 circa assegno' il suo feudo di Carmignano al conte Mazzole (dal quale deriva il toponimo), nel 1340 la tenuta ando' ai conti Thiene di Vicenza, nel '400 la famiglia frequentava questi luoghi in occasione delle vacanze e alloggiava in una vecchia torre colombara trasformata in dimora, della quale rimangono tracce di alcuni affreschi e un caminetto marmoreo con lo stemma del casato. Nel '700 fu costruito l'attuale Palazzo Piccoli. Nel 1846 la tenuta passo' ai Breda. Vincenzo Stefano Breda, futuro senatore del Regno d'Italia, razionalizzo' l'allevamento dei cavalli da corsa e costrui' una Torre verso il 1872, dalla quale ammirare i suoi. La Parrocchiale di Camazzole e' dedicata a San Bernardino. Risale al 1542 e fu costruita dal conte Antonio Thiene. Custodisce un monumento funebre dove e' stato sepolto un altro Antonio Thiene. Nel 1877 la chiesa fu abbellita e ampliata da Stefano Breda e ai giorni nostri e' stata risistemata secondo le disposizioni dell'ultimo Concilio Vaticano.
Villa Spessa e Chiesetta di Sant'Anna
Villa Spessa risale alla fine del XV secolo, precisamente al 1492. Il primo proprietario fu Giovanni Andrea da Quinto, un piccolo borghese che nel 1472 aveva acquistato molti terreni nei dintorni, soprattutto terre in cui poter allevare ovini, dai quali ricavare lana. La villa divenne base di coordinamento della lavorazione e del commercio della lana, aveva percio' funzioni economico-agricole, anche perche' la concezione di casa rurale come sede di svago e riposo nel XV secolo non esisteva ancora. La villa era circondata da un ampio cortile merlato, attraversato da un ramo del canale che veniva appositamente deviato per lavare la lana. La villa nel 1520 passo' ai patrizi Grimani e appartenne a loro fino al 1748, anno in cui sotto la gestione dei patrizi Manin si avvio' la nobilitazione dell'edificio.
Dal 1748 al 1798 la tenuta fu proprieta' dei Corner, poi fino al 1809 appartenne ai Vancenati, da quell'anno al 1884 ai Cerato e dall'anno seguente ai Camerini, fino al 1934, quando fu venduta a piu' acquirenti, tra i quali il cavalier Giuseppe Girardi. Il Torrione di Villa Spessa presenta sul lato occidentale la lunga canna fumaria del caminetto.
La chiesetta di Sant'Anna e' posta nelle vicinanze e questo avvalora l'ipotesi che attorno al centro economico si sia sviluppato un nucleo abitato, delle cui case non rimangono, purtroppo, tracce. L'Oratorio di Sant'Anna fu eretto nel 1490 ed e' stato restaurato da 10 anni. Conserva dei quadri raffiguranti la Via Crucis, che pare provengano dall'antica Parrocchiale di Carmignano. Nel 1936 il cav. Giuseppe Girardi, attuale proprietario della Villa e della tenuta, decise di donare la chiesetta alla Parrocchia di Carmignano di Brenta, alla quale l'edificio appartiene tutt'ora.
L'Ospitale di Brenta
La chiesetta di San Pietro in Brenta apparteneva all'Hospitale e alla pieve del Monastero di Santa Maria di Piave, del comune di Mareno di Piave, come attesta la bolla pontificia emessa dal papa Alessandro III il 10 agosto 1177. La chiesetta di S.Pietro in Brenta fu costruita vicino alle rive del fiume; si trovava sotto la protezione della Santa Sede Apostolica e nei documenti custoditi all'Archivio di Stato di Venezia si parla dell'annesso Hospitale, ospizio per pellegrini e viandanti, da cui derivo' il nome di Ospitale di Brenta, localita' del Comune. Nella bolla si parla dell'edificio "cum navi transitoria" interpretabile come "traghetto tra due sponde". Nel 1255 un documento parla di livello perpetuo, vale a dire di una rendita annuale a favore della Chiesa; si nomina poi "un porto con navi in Brenta, dove meglio si possa transitare". Pare infatti che la chiesa di San Pietro in Brenta riscuotesse la decima su un porto fluviale. La chiesetta-oratorio passo' alle dipendenze del Monastero di S.Maria degli Angeli, di Murano e vi rimase fino alla sua demolizione, avvenuta nel 1810. Furono distrutti anche l'antico oratorio di San Nicolo', citato in un documento del 1288, la chiesetta di Sant'Antonio, costruita nel 1658 dal conte Bernardin Bissaro di Vicenza e la vecchia parrocchiale di Carmignano di Brenta.